Presentata a Milano Energia in campo, la prima Comunità energetica rinnovabile del mondo calcistico, promossa da Udinese Calcio e Bluenergy. Il progetto vuole coinvolgere tifosi e imprese locali in un’iniziativa che coniuga sostenibilità ambientale, inclusione sociale e innovazione energetica, destinando parte dei ricavi al sostegno di progetti sanitari e alla valorizzazione del territorio friulano
Il 1° aprile a Milano – non si è trattato di unpesce d’aprile, ma di un’iniziativa interessante – presso la sede della Lega Calcio Serie A è stata presentata Energia in campo, il progetto della prima Comunità energetica rinnovabile (Cer) del calcio, promossa da Udinese Calcio e Bluenergy (società friulana di multiservizi energetici).
Come già ricordato in queste pagine, le Cer sono configurazioni di cittadini, piccole medie imprese, enti pubblici, associazioni che decidono di mettersi insieme per produrre e condividere energia da fonti rinnovabili proveniente da impianti fotovoltaici (ma non solo) nella disponibilità della comunità.
Le Cer contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, sono un aiuto concreto contro la povertà energetica e creano partecipazione attiva e inclusione sociale.
Impianti fotovoltaici sul Bluenergy stadium di Udine
Sulle coperture della struttura sportiva (4.615 mq di superficie complessivamente occupata) sono stati installati 2.409 pannelli fotovoltaici di ultima generazione in grado di produrre una media di circa 3.000 kWh/giorno.
La produzione di energia servirà per il 70% a soddisfare il fabbisogno energetico dello stadio, mentre il restante 30% sarà a disposizione della costituenda Cer. L’energia prodotta dall’impianto e contestualmente consumata dagli aderenti alla Cer potrà beneficiare dei contributi previsti dal Gse (Gestore dei servizi energetici).
L’obiettivo, infatti, è di estendere il più possibile la partecipazione alla Cer dei tifosi della squadra e delle imprese del territorio. Nelle intenzioni dei promotori, la Cer sarà costituita entro il 13 agosto 2025, giornata in cui il Bluenergy stadium ospiterà la finale di Supercoppa.
Si tratta di un progetto pilota in questo campo, che coniuga sensibilità ambientale (si stimano 450 ton/anno di CO2 evitata nell’atmosfera) con attenzione per il territorio (sono 7.500 le famiglie degli abbonati dell’Udinese calcio che potrebbero aderire con benefici economici sui costi della propria bolletta di casa).
Sostegno ai progetti sociali tramite i ricavi della Cer
La Cer ha in sé anche una finalità sociale, dal momento che parte delle risorse maturate dalla condivisione dell’energia saranno dedicate al sostegno di un progetto, in collaborazione con la Neuropsichiatria Infantile dell’Asufc (Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale), finalizzato alla creazione della prima struttura residenziale per pazienti con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nella Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
Allo stesso modo, parte degli incentivi serviranno a investimenti per la comunità locale, in questa direzione è attivo il coinvolgimento nella Cer di Udinese per la vita Onlus. C’è grande soddisfazione da parte dei vertici di Bluenergy e dell’Udinese calcio, intervenuti personalmente alla conferenza stampa.
Così Alberta Gervasio, amministratore delegato di Bluenergy group: “Il completamento del parco solare e l’avvio della prima Cer del mondo del calcio segnano un traguardo straordinario nel nostro impegno per la sostenibilità.
Questo progetto non solo riduce in modo significativo l’impatto ambientale dello stadio, ma introduce un modello innovativo di condivisione dell’energia rinnovabile che coinvolge imprese e tifosi, creando valore per il territorio“.
Secondo Franco Collavino, direttore generale dell’Udinese calcio, “la nascita della prima comunità energetica rinnovabile del calcio consente di consolidare il nostro stadio come modello globale di sostenibilità. Inoltre, rende concreto il nostro progetto di stadio punto di riferimento della comunità“.
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