Dopo un periodo di apparente stabilità seguito alla moratoria sui prestiti introdotta durante la pandemia, i fallimenti delle imprese italiane tornano a crescere in modo preoccupante. L’aumento è del 17,2% rispetto al 2023. I casi registrati passano da 7.848 a 9.194 in un solo anno. Un dato che conferma la difficoltà crescente del tessuto produttivo italiano. Lo rileva l’Osservatorio Procedure e Liquidazioni di Cerved.
Le aree colpite
La crescita riguarda tutte le aree del Paese. Il Nord-Ovest è la zona più colpita, con il 30% delle procedure. La Lombardia guida la classifica regionale. Seguono il Centro (24,3%), il Sud (19%), il Nord-Est (17,6%) e le Isole (8,7%). Le società di capitali rappresentano l’82% dei casi. Le ditte individuali sono il 10%. Le società di persone l’8,4%.
I settori
I settori più in sofferenza sono le costruzioni e l’industria. Le costruzioni crescono del 25,7% rispetto al 2023. Nell’industria il dato è +21,2%, con punte drammatiche nel comparto dei metalli (+48,4%) e nel sistema moda (+41,1%). I servizi restano il settore con il maggior numero di fallimenti in valore assoluto. Alcuni comparti, però, segnano una lieve controtendenza. Chimica, farmaceutica, largo consumo e infotainment vedono cali tra lo 0,5% e il 9%.
Le imprese giovani
Preoccupano i numeri legati alle imprese giovani. Quelle con meno di cinque anni di vita erano il 2% dei fallimenti nel 2022. Oggi sono il 12%. Anche le aziende tra i 5 e i 10 anni crescono, dal 25% al 28% del totale. Secondo Cerved, le cause principali sono tre: il caro energia, l’aumento del costo del debito e il rallentamento dell’economia. Tre fattori che colpiscono soprattutto le realtà meno strutturate.
Le uscite volontarie
Non si parla solo di fallimenti. Anche le uscite volontarie dal mercato sono in crescita. Le liquidazioni volontarie aumentano del 12,7% nel 2024, dopo l’11,9% del 2023. I casi passano da 106.155 a 119.597. Le liquidazioni in bonis riguardano soprattutto le società di capitali. Crescono del 26,5% rispetto al 2023. Anche in questo caso il Nord-Ovest guida, mentre Nord-Est e Centro registrano lievi cali.
I servizi
I servizi registrano il maggior numero di chiusure: oltre 56.000 nel 2024. Seguono distribuzione e costruzioni, con aumenti più contenuti. L’industria, dopo un calo nel 2023, torna a crescere nel 2024 (+17,7%).
Codice della Crisi d’Impresa
Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa, in vigore dal terzo trimestre 2022, ha avuto un impatto forte. Ha introdotto strumenti per prevenire il fallimento, come i procedimenti unitari e le misure cautelari. Questi strumenti sono stati utilizzati sempre di più. Nel 2023 i casi sono aumentati del 170%, passando da 1.177 a 3.194. Nel 2024 si arriva a 4.389, con un ulteriore +37,4%. Tutte le aree geografiche e tutte le tipologie d’impresa ne fanno uso. In particolare, le imprese del Nord-Ovest, Nord-Est e Centro. I comparti che usano di più questi strumenti sono costruzioni, industria e distribuzione.
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