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Al Brotzu è guerra tra medici e azienda: «A rischio l’assistenza ai pazienti»


Al Brotzu è esplosa la guerra tra medici, operatori sanitari vari e direzione generale. Un conflitto che si combatte su più fronti. Quello della aperta contestazione sull’operazione di ristrutturazione delle sale operatorie del Businco, ma anche sul versante giudiziario: ieri il Tribunale ha accolto le istanze di dieci medici di Chirurgia ed Endoscopia interventistica toracica e di Chirurgia generale a indirizzo oncologico, che lunedì hanno depositato un ricorso contro la deliberazione della direttrice generale dell’Arnas, Agnese Foddis,  con cui è stato istituito un servizio unico di guardia cumulativo. Il giudice Matteo Marongiu, con un provvedimento d’urgenza, mentre i Nas ispezionavano gli spazi al settimo piano del San Michele dove sono stati trasferiti i pazienti oncologici, ha sospeso l’efficacia della deliberazione su questo punto, per scongiurare «la concreta possibilità che, ad esempio, un chirurgo maxillo-facciale debba fronteggiare urgenze in reparti dove si trovano trapiantati di fegato o pazienti affetti da tumore al polmone, senza avere né la preparazione né l’esperienza per gestire simili situazioni». 

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E ora i vertici aziendali passano al contrattacco: «L’Azienda è impegnata a valutare le modalità di attuazione del provvedimento d’urgenza adottato dal Tribunale di Cagliari», si legge in una nota, che prosegue: «Si ritiene opportuno ribadire che le forme di protesta poste in essere da parte di alcuni operatori sanitari dell’Arnas, in relazione al piano di ristrutturazione delle sale operatorie del Businco, determinano un grave pregiudizio alla continuità e alla qualità dell’assistenza erogata ai pazienti».

In particolare, «risulta seriamente compromessa l’efficace organizzazione dei turni di guardia, la cui attuazione, purtroppo ostacolata dai ricorrenti e da altri operatori, si configura come imprescindibile per il corretto funzionamento delle attività assistenziali».

«È un fatto gravissimo quanto si legge nel comunicato dei vertici dell’Arnas il giorno dopo la pronuncia del giudice del lavoro che ha accolto il ricorso presentato dal sottoscritto, avvocato Gianni Benevole e dall’avvocato Gian Luigi Machiavelli, per dieci medici», replica il legale. 

«Il ricorso d’urgenza è stato presentato proprio per chiedere alla Magistratura di far chiarezza in merito alla determinazione dei vertici dell’Arnas. Appare gravissima e si respinge decisamente al mittente l’affermazione dei vertici Arnas, laddove si sostiene che “l’efficace organizzazione dei turni di guardia e la loro attuazione sarebbe stata “purtroppo” ostacolata dai ricorrenti e da altri operatori. Ai vertici dell’Azienda probabilmente sfugge che in merito alle modalità di organizzare le guardie si è pronunciato un Giudice, che in modo molto equilibrato ha tenuto conto di tutti gli interessi in campo, sia a tutela dei medici in relazioni ai rischi professionali ai quali si vedrebbero esposti, sia ovviamente e indirettamente, a tutela dei pazienti, ma pur sempre e comunque tenendo in alta considerazione anche gli aspetti organizzativi dell’Arnas che non sono stati minimamente limitati o lesi, come si vorrebbe lasciar intendere. Il nostro ricorso è stato presentato proprio per veder assicurata la continuità e la soprattutto la qualità dell’assistenza erogata ai pazienti, nel rispetto delle vigenti previsioni normative ministeriali e della contrattazione collettiva, dalle quali non si può prescindere e che invece, a nostro parere, sono state completamente disattese dalla dirigenza. Per questo motivo il giudice ha accolto il ricorso, ribadiamo, operando un serio contemperamento di tutti i delicati e importanti interessi in gioco. I medici e tutti gli operatori sanitari hanno sempre offerto e reso la massima e totale disponibilità e continueranno a farlo. Non accettano pertanto nel modo più assoluto di essere etichettati come coloro che hanno ostacolato il corretto funzionamento delle attività assistenziali, solo per aver fatto valere i loro diritti e indirettamente quelli dei pazienti davanti a un giudice. Noi abbiamo fatto solo un ricorso per ottenere una più adeguata organizzazione dei turni di alcuni reparti, ritenere che questo possa ostacolare l’intero aspetto organizzativo dell’Arnas Brotzu ci sembra esagerato e fuori luogo e non possiamo essere il capro espiatorio per nessuno, essendoci limitati a richiedere il rispetto della vigente normativa nazionale in materia».

(Unioneonline)

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