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crescita, efficienza e vantaggio competitivo


Un’indagine recente condotta da OnePoll per conto di reichelt elektronik ha messo in evidenza quanto la trasformazione digitale basata sull’IA stia coinvolgendo anche le medie imprese italiane, con particolare intensità nei comparti automotive, manifatturiero e tecnologico e aerospaziale. il 43% delle aziende ha già implementato soluzioni AI o ha in programma di farlo a breve, segno evidente di un’accelerazione nell’adozione. Di queste, il 28% ne fa uso quotidiano, mentre un ulteriore 31% è in fase di test o in progetti pilota. Solo il 15% è ancora in fase di pianificazione, ma intende adottare la tecnologia entro l’anno.

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Le applicazioni dell’AI nelle PMI italiane stanno producendo risultati misurabili, in particolare in termini di efficienza operativa e affidabilità. Il 57% delle imprese la utilizza per ottimizzare i processi aziendali e produttivi, mentre il 38% la impiega in fase di progettazione prodotto, con l’obiettivo di snellire i cicli di sviluppo. Un ulteriore 59% segnala benefici derivanti dalla capacità dell’AI di analizzare i dati per prevenire fermi produttivi e migliorare il rendimento degli impianti. Anche la manutenzione predittiva comincia a consolidarsi, adottata dal 29% del campione.

Innovazione accelerata e ritorno economico concreto

Non si tratta solo di migliorare l’efficienza. I dati dell’indagine indicano che l’AI ha un impatto trasversale sulla competitività: l’88% delle aziende conferma che la qualità dei prodotti è migliorata, il 38% ha ridotto i costi, e il 77% ha reso più efficaci i propri processi interni. Queste ottimizzazioni si traducono in ritorni economici: il 68% delle imprese ha già rilevato un aumento dei profitti legato all’introduzione dell’AI. Inoltre, l’80% afferma di aver accelerato lo sviluppo di nuovi prodotti, e il 67% ha potuto introdurre soluzioni più innovative.

Per le imprese italiane intervistate, l’AI è una leva chiave per competere in uno scenario sempre più internazionale e digitalizzato. Il 75% la considera indispensabile per affrontare la concorrenza globale, mentre il 79% la utilizza per mantenere o rafforzare il proprio vantaggio competitivo. In questo quadro, cresce anche la fiducia nel potenziale europeo: il 78% auspica che l’Europa sviluppi tecnologie AI autonome, in modo da ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti o dalla Cina, anche alla luce delle incertezze geopolitiche attuali. Per questo motivo, il 71% delle imprese spinge per un’implementazione più rapida dell’AI su scala continentale.

Le criticità non mancano: infrastrutture, sicurezza e regolamentazione

Nonostante l’atteggiamento positivo, emergono anche sfide strutturali. Il 30% segnala l’assenza di infrastrutture IT adeguate, come server capaci di supportare modelli AI. Il 26% è preoccupato per la sicurezza dei dati nei servizi cloud, mentre un altro 26% evidenzia che i macchinari attuali non sono predisposti per l’automazione intelligente. Servono anche strumenti di supporto: il 40% richiede più accesso a finanziamenti, il 37% vorrebbe servizi di consulenza specializzata, e un altro 37% invoca un potenziamento della connettività e dell’infrastruttura digitale. Infine, il 40% auspica una deregolamentazione più agile per facilitare l’adozione dell’AI.

Nonostante ciò, nel mercato vince generalmente l’ottimismo. Le imprese italiane vedono nell’AI una tecnologia che continuerà a trasformare le modalità di produzione e gestione aziendale. Il 49% prevede l’emergere di nuovi prodotti innovativi grazie all’AI, il 51% auspica una maggiore integrazione tra produzione, acquisti e logistica, e il 43% intravede scenari di automazione robotica sempre più precisi e reattivi. Se sostenuta da politiche industriali efficaci, investimenti mirati e una maggiore interoperabilità tra sistemi, l’adozione dell’intelligenza artificiale può diventare un acceleratore decisivo per l’intero tessuto industriale italiano.

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