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Coin pronto per il rilancio, con l’ingresso di Invitalia salvi tutti i posti di lavoro



Lo store Coin in piazza Cinque Giornate a Milano (courtesy Coin)

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È pronto il piano di risanamento e rilancio di Coin. Che prevede la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, grazie all’ingresso di Invitalia nel capitale societario. Nel corso del tavolo tecnico svoltosi questa mattina al Mimit-Ministero delle imprese e del Made in Italy è stato infatti comunicato che Invitalia, tramite il Fondo salvaguardia imprese, ha deliberato un intervento da 10 milioni di euro, pari al 30,1% del capitale. Un’iniezione di liquidità che si aggiunge ai 21,2 milioni provenienti dai nuovi investitori, Sagitta sgr e Mia srl, e, in via residuale, dagli attuali azionisti di Coin. Nei prossimi giorni la catena di grandi magazzini provvederà al deposito del piano in Tribunale.

«Sosteniamo con convinzione il rilancio di questo storico gruppo commerciale e continueremo a monitorare con attenzione affinché il percorso di risanamento si concluda con la piena tutela dei 1.390 lavoratori coinvolti», ha dichiarato il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante l’incontro convocato oggi, che ha visto la presenza dell’azienda, delle Regioni interessate e delle organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di superare le difficoltà finanziarie manifestate dall’azienda e che nei mesi scorsi avevano portato all’avvio della procedura concorsuale.

Durante il confronto, il commissario ha comunicato che sono già stati conclusi 330 accordi con i creditori, «a testimonianza del clima di fiducia che accompagna il rilancio della catena retail italiana», precisa il comunicato del Mimit, che conta 34 negozi diretti e 130 store in Italia e all’estero. I lavoratori coinvolti nella chiusura degli store di Roma Lunghezza, Bufalotta e Latina sono stati ricollocati in altri punti vendita e lo stesso avverrà per i dipendenti del negozio di Roma Termini, che chiuderà il 31 maggio, evitando così il ricorso agli ammortizzatori sociali.

Il punto vendita di Bologna cesserà l’attività il 31 luglio, ma è in corso la ricerca di una nuova sede sul territorio, mentre quello di Vicenza resterà operativo per tutto il 2025. «Nel frattempo si lavorerà per individuare una soluzione stabile e duratura per il punto vendita», precisa il gruppo. Il tavolo verrà riconvocato nella seconda parte dell’anno per monitorare lo stato di avanzamento del piano di risanamento.

In scadenza domani il termine per l’approvazione del piano di ristrutturazione

Scadrà domani, mercoledì 23 aprile, il termine per l’approvazione del piano di ristrutturazione. In assenza di un’adesione dei creditori pari ad almeno il 60% del debito complessivo, Coin potrà chiedere ulteriori 60 giorni per la raccolta delle adesioni. «Un processo che i creditori si auspichino sarà reso aperto a proposte migliorative», si legge in una lettera inviata da un imprenditore all’azienda e al Tribunale. Secondo quanto risulta, Coin ha un debito di 307 milioni di euro, 88 verso le banche, 30 verso dipendenti e fisco e 189 verso fornitori. In totale 1.600 creditori tra cui i primi 100 pesano per la maggioranza del totale.

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Sagitta sgr ha acquistato 27 milioni degli 88 milioni di crediti detenuti dalle banche pagandoli 5 milioni e chiedendone la conversione in capitale di Coin per lo stesso importo. Lo scorso 6 febbraio Coin ha presentato ai creditori un piano di ristrutturazione del debito che prevede uno stralcio di 246,3 milioni di debiti totali, di cui per i fornitori uno stralcio dell’88% per 166 milioni e il rimanente 12% sarebbe pagato in cinque anni. Il piano prevede, inoltre, un aumento di capitale di 16 milioni che porterebbe la società ad avere una cassa netta di 19 milioni nel 2026, superiore all’investimento stesso grazie al forte stralcio per i fornitori. La sgr investirebbe ulteriori 5 milioni. L’azionista di rifermento rimarrebbe l’ex presidente di Coin, Marco Marchi, che investirebbe 10 milioni. «Se confrontato ai 246 milioni di stralcio richiesto, è evidente la proporzione a svantaggio dei creditori», si osserva nella lettera inviata dai creditori al Tribunale.

Lo scorso 14 aprile Coin ha poi convocato i creditori per confermare i termini della proposta iniziale per i chirografari. Nel corso dell’incontro è stato comunicato che alla sola Sace, che garantisce i relativi crediti bancari, sarà riconosciuto invece uno strumento partecipativo per la restituzione integrale del credito garantito. Una conversione similare a quanto concessa alla sola sgr. La convocazione dell’incontro lascia presupporre che, a nove giorni dalla scadenza dei termini di raccolta delle adesioni, non fosse stato ancora raggiunto il 60% necessario. (riproduzione riservata)



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