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L’eccellenza della ricerca italiana nel progetto Inarc


(ANSA) – OSAKA, 22 APR – Tre giorni di intense presentazioni al Padiglione Italia di Expo 2025 Osaka, dove Inarc (Italian national research centers) è stato protagonista con panel specifici sui progetti a cui fa da ombrello. Inarc, infatti, è un hub, una vetrina collettiva per i cinque Centri di ricerca nazionali italiani finanziati con il Pnrr ed ha l’obiettivo di promuoverli come potenziali partner di ricerca per le università di tutto il mondo.

Inarc è promosso dall’Università di Napoli Federico II con Cnr, Infn, Politecnico di Milano e Università di Padova. Il coordinamento del progetto è affidato alla Fondazione Emblema.

Il fiore all’occhiello di Inarc è una piattaforma di crowdsourcing: un hub per mettere in contatto realtà pubbliche e private interessate a rispondere a un bando di innovazione.

Sotto l’ombrello di Inarc si trovano Agritech, ICSC, MOST, NBFC e RNA&GeneTherapy. Ognuna di queste eccellenze della ricerca italiana è stata presentata al Padiglione Italia con un evento specifico, ma le varie realtà hanno collaborato in un contesto cooperativo per valorizzare la ricerca.

Il Centro nazionale per RNA&GeneTherapy ha presentato i progetti più innovativi nel campo della terapia genica e delle tecnologie basate sull’RNA, con applicazioni che spaziano dalla medicina personalizzata alla lotta contro malattie rare e complesse.

Agritech ha raccontato la sfida di un’agricoltura sostenibile, “un’opportunità unica per creare connessioni internazionali e per condividere le migliori pratiche sull’applicazione delle tecnologie avanzate nel settore agricolo” afferma Marco Pacini, General manager di Agritech che ha moderato un panel con ricercatori e rappresentanti istituzionali nel quale hanno partecipato, tra gli altri, la professoressa del Cnr Raffaella Maria Balestrini e il professore Giuliano Lancella dell’Università di Napoli Federico II.

Poi è stata la volta di MOST (Centro nazionale per la mobilità sostenibile), che ha offerto una panoramica sugli scenari economici e sul ruolo della ricerca nella mobilità. Un tema che, nelle parole di Gianmarco Montanari, Direttore Generale della Fondazione MOST, “ci tocca come cittadini che si muovono, ma anche come utilizzatori di merci che si muovono intra ed inter Paesi” perché “una mobilità di qualità o no impatta direttamente sulla qualità di vita di tutti noi”.

Nell’ultima giornata si sono alternati NBFC (National biodiversity future center) e ICSC. NBFC ha offerto un’ampia panoramica sulla biodiversità italiana, dalle sfide alla valorizzazione, con particolare attenzione al monitoraggio e al ripristino, analizzando anche l’importanza strategica della biodiversità nel contesto dell’Agenda 2030.

ICSC, Centro nazionale High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing, ha presentato il suo ecosistema collaborativo, focalizzato su HPC, Big Data e Quantum.

Nell’evento è stata approfondita l’infrastruttura ICSC e le sue applicazioni nella ricerca di base, nella simulazione di materiali, nell’healthcare digitale e nell’innovazione nel calcolo quantistico. (ANSA).

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