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Open-es by Eni: l’alleanza di sistema per la filiera sostenibile. Con Bcg, Google Cloud, Snam, Cdp, Saipem e…


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«No burocrazia e fare sistema, così in Open-es accompagniamo le aziende nel trovare piani concreti per essere più competitive e più sostenibili». Parole di Stefano Fasani, program manager di Open-es, l’alleanza e piattaforma digitale lanciata da Eni nel marzo 2021. Di che si tratta?

L’iniziativa nasce prima di tutto per superare un problema molto diffuso tra le imprese: troppe richieste di questionari Esg simili tra loro che moltiplicano inutilmente gli sforzi togliendo energie preziose all’individuazione e implementazione di piani di miglioramento. Clienti, banche, istituzioni, investitori sono sempre più interessati a conoscere le caratteristiche Esg (ambientali, sociali e di governance) dei propri stakeholder. Senza un approccio coordinato e strumenti comuni qual è il risultato? Un sovraccarico burocratico che pesa soprattutto sulle imprese più piccole e diffuse nelle catene del valore, costrette a rincorrere scadenze, compilare moduli non allineati e disperdere risorse. Per questo Eni e altre grandi aziende industriali, finanziarie, della consulenza e istituzioni hanno dato vita ad una alleanza di sistema, Open-es. Obiettivo comune: connettere sostenibilità e competitività, facilitare la collaborazione lungo le filiere e fornire soluzioni pragmatiche per la misurazione e il miglioramento. L’alleanza avviata con Bcg e Google Cloud si è ben presto estesa a Snam, Unicredit, Accenture, Iveco Group, Sace, Iren, Open Fiber, Cassa Depositi e Prestiti, Saipem, Autostrade per l’Italia, Q8, Kpmg, Baker Hughes, Engineering, Rina, Bip, WeBuild, illimity Bank, Avvale, Amundi, Avvale, Bureau Veritas, EY, Baker McKenzie, Gianni Origoni, Politecnico di Milano, Università Sant’Anna, Luiss Business School, Esg European Institute, e Sda Bocconi. Molte altre sono le realtà che stanno rispondendo a questa chiamata di sistema tutt’ora aperta e quanto mai attuale considerata la necessità di semplificare e unire le forze nell’attuale contesto di mercato.

Ma come funziona? L’alleanza ha realizzato una piattaforma digitale gratuita pensata per accompagnare le aziende nel percorso di sostenibilità. Ogni impresa può creare la propria Carta d’Identità Esg, cioè un profilo basato sugli standard internazionali di riferimento e che l’azienda gestisce un’unica volta, mantenendolo aggiornato nel tempo e decidendo autonomamente con chi condividerlo. Banche, Funzioni Procurement, Rating Provider, Certificatori, Istituzioni hanno la possibilità di accedere a questo profilo o integrare direttamente i propri sistemi informatici evitando di richiedere nuovamente gli stessi dati alle imprese con cui collaborano. La piattaforma aiuta inoltre a capire punti di forza e aree di miglioramento, specie con un confronto rispetto al proprio settore di riferimento. E si ha la possibilità di accedere a soluzioni concrete per migliorare le proprie performance Esg, ma soprattutto per trovare la chiave di integrazione tra risultati di business e sostenibilità. Così Open-es ha dato vita ad una community di oltre 32.000 aziende in 66 settori industriali diversi.

Open-es: il modello di gestione condivisa e la proiezione internazionale

Stefano Fasani, program manager di Open-es.

Open-es ha adottato un sistema di governance partecipata. I partner dell’alleanza – dalle grandi imprese alle banche, dalle società di consulenza alle istituzioni – collaborano per guidare l’evoluzione della piattaforma e dell’iniziativa. In questo contesto, spiega Stefano Fasani, «il management committee è l’organo decisionale dell’alleanza e la presenza di leader provenienti da settori diversi rafforza il carattere istituzionale e l’efficacia dell’iniziativa stessa».

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Una soluzione Made in Italy che ha visto nei confini nazionali il suo baricentro iniziale e che ha comunque rapidamente assunto una dimensione internazionale. Attualmente, la community conta aziende provenienti da oltre 109 paesi e la piattaforma è disponibile in 10 lingue diverse. Per Fasani, «questi obiettivi si raggiungono coinvolgendo tutti i livelli delle catene del valore» che superano ovviamente i confini nazionali, «e questo consente al tempo stesso alle imprese di ragionare in ottica di resilienza di filiera, valorizzando caratteristiche su cui l’industria italiana è tradizionalmente eccellente».

Una piattaforma digitale collaborativa, gratuita e costruita a misura di impresa per misurare, migliorare e condividere la sostenibilità

1) La Carta d’Identità Esg: una fotografia chiara e condivisibile del percorso sostenibile di un’impresa

Standardizzazione e flessibilità, questa è la ricetta con cui creare una vera convergenza di sistema su queste tematiche complesse. Da un lato l’obiettivo di creare un unico processo di “misurazione”, attraverso la carta d’identità Esg. Dall’altro un approccio agnostico alle “valutazioni”, i famosi rating Esg. «È del tutto normale che sul mercato esistano e sempre esisteranno più metodologie con cui valutare un profilo di sostenibilità aziendale» aggiunge Fasani «l’approccio istituzionale, neutrale e super partes di Open-es consente di collaborare e integrarsi con tutti i rating provider e certificatori che condividono l’esigenza di supportare le imprese semplificando la condivisione dei loro dati». È proprio questo il concetto di “Carta d’Identità Esj”.

La caratteristica di flessibilità si nota anche nel modo in cui è stato costruito il percorso che accompagna le imprese nella costruzione della propria Carta d’Identità.

Tre livelli a difficoltà crescente che consentono ad ogni realtà, dalle micro-imprese ai grandi gruppi industriali, la propria corretta dimensione e di migliorarla passo dopo passo. Dal livello, “fondamentali”, che spesso si rivela più che sufficiente per inquadrare il posizionamento di micro e piccole aziende o realtà rientranti nei settori di opera intellettuale, fino ai livelli “Maturità” e “Master” dedicati alle aziende più strutturate.

Open-Es è una piattaforma Esg per la condivisione dei dati della sostenibilità, con un focus particolare sul tema della crescita e collaborazione tra le aziende, attraverso un approccio semplice, flessibile e adatto a tutte le realtà.

Le domande sono essenziali, il linguaggio semplice, e l’obiettivo è creare una base di consapevolezza.

I dati contenuti nella carta d’identità Esg devono essere accompagnati da documentazione a comprova della posizione dichiarata dall’azienda. Le carte d’identità vengono validate grazie ad algoritmo di intelligenza artificiale e, per le aziende che lo desiderano, possono essere verificate da terze parti certificatrici, come Rina e Bureau Veritas, anch’esse partner dell’alleanza. In entrambi i casi, le imprese ricevono un feedback sul proprio livello di maturità Esg, utile per orientare le scelte future. «Lo scoring automatico e gratuito presente in Open-es è basato su una metodologia trasparente e punta a misurare la propensione al miglioramento delle imprese in linea con lo spirito dell’iniziativa.» sottolinea Fasani «non deve essere visto come un giudizio ma come uno stimolo per il proprio sviluppo e per capire su quali aspetti focalizzare gli sforzi per coniugare competitività e sostenibilità nel proprio modello di business».

Il modello di Open-Es è basato sugli standard internazionali di rendicontazione ESG, attraverso metriche selezionate per la loro chiarezza e versatilità a copertura di tutti i settori e modelli di business.

2) Dopo aver realizzato la carta di Identità Esg, è possibile procedere con piani di miglioramento

Una volta creato il profilo, le aziende possono definire e aggiornare nel tempo i propri piani di miglioramento, grazie a suggerimenti forniti dalla piattaforma o indicazioni provenienti dai propri stakeholder (capofiliera, banche, enti pubblici).

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È possibile monitorare gli avanzamenti, comunicare i progressi con clienti, finanziatori o investitori.

3) L’area Marketplace: tecnologie e servizi a disposizione delle imprese

Un altro elemento distintivo è l’area marketplace, chiamata Development Hub, in cui le imprese possono trovare soluzioni, tecnologie e servizi qualificati – dalla gestione delle emissioni alla circolarità, dalla sicurezza sul lavoro fino alla finanza sostenibile – messi a disposizione da realtà specializzate. «È uno spazio in cui le aziende trovano strumenti e soluzioni concrete, anche a condizioni agevolate», osserva Fasani.

La community come spazio di scambio, apprendimento e collaborazione tra pari

Creare connessioni, anche tra imprese di settori e filiere diverse, questa è la community Open-es, dove le aziende si incontrano tra pari, condividendo esperienze, soluzioni e dubbi legati alle richieste e obiettivi di sostenibilità e competitività dei propri business.

Spazi di dialogo, contaminazione tra settori e confronto diretto permettono di superare l’isolamento, generare connessioni inaspettate e affrontare il percorso con maggiore consapevolezza. In pratica, in questo ambiente informale, la sostenibilità diventa una sfida collettiva e non più un peso individuale.

Grazie al Navigatore Esg di Open-es, l’osservatorio statistico del posizionamento delle imprese della community, è possibile capire i fabbisogni più urgenti per le imprese, su cui l’alleanza si impegna ad investire per mettere a disposizione strumenti sempre più efficaci.

Competenze per coniugare business ed Esg

«Le competenze Esg non devono restare confinate in una funzione aziendale o concentrate nella figura del “sustainability manager” ma deve essere una competenza distribuita e integrata nei progetti di tutte le strutture» – afferma Fasani. Da qui l’offerta formativa pratica, modulare e orientata all’azione. Fiore all’occhiello è il format mensile “Competenze Esg – La community incontra gli esperti”, in cui le aziende si confrontano con professionisti del settore su temi specifici. «Paroloni complicati o concetti teorici allontanano le imprese, per questo ci forziamo ad utilizzare parole semplici, andando alla sostanza e parlando la lingua delle imprese: costi, ricavi, risorse per la crescita», racconta Fasani. Accanto a questo, iniziative come l’Open-es Camp – un campus laboratoriale dedicato alle Pmi – offrono percorsi immersivi in cui si lavora su casi pratici, con l’obiettivo di trasformare i piani Esg in azioni concrete.

Vantaggi concreti per le banche, i capofiliera, associazioni ed istituzioni

Del valore aggiunto per la misurazione, miglioramento e condivisione del proprio profilo Esg abbiamo già parlato. Ma la piattaforma offre un profilo dedicato e tanti vantaggi anche per quelle realtà più strutturate come banche, funzioni procurement, associazioni ed istituzioni che si pongono l’obiettivo di coinvolgere e guidare i propri stakeholder: clienti, fornitori e associati.

Open-es prevede un percorso di sostenibilità in tre fasi: creazione della carta di identità Esg, coinvolgimento dei colleghi sulla piattaforma, validazione del punteggio di sostenibilità.

Funzionalità avanzate che consentono con estrema flessibilità di raccogliere dati fondamentali per una gestione responsabile della propria catena del valore «Dai diritti umani, alle emissioni Scope 3, dalla circolarità alla cyber security. Sono molti i rischi e gli impatti che per essere affrontati seriamente non possono prescindere da un’analisi della propria value chain» Questo profilo avanzato non è disponibile solo ai partner dell’alleanza, ma sono sempre più le realtà che decidono di fare questo passo diventando dei veri e propri leader e coach della propria value chain. «Da grandi player come Mediaset, Tenaris, Feralpi fino a realtà di media e piccola dimensione hanno l’opportunità di diventare un vero e proprio agente del cambiamento per tutta la propria filiera» spiega Fasani «In questa direzione risulta fondamentale il ruolo che diverse associazioni territoriali di Confindustria e amministrazioni regionali stanno assumendo nell’alleanza»

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Infine, grazie al Navigatore Esg di Open-es, l’innovativo osservatorio statistico del posizionamento delle imprese della community, è possibile capire i fabbisogni più urgenti per le imprese, su cui l’alleanza si impegna ad investire per mettere a disposizione strumenti sempre più efficaci.



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