Rinnovabili, investire sugli impianti di autoproduzione di energia fa bene ai bilanci: le aziende che hanno installato impianti rinnovabili hanno registrato una redditività operativa superiore alla media. Anche grazie all’ingresso di nuove generazioni, più sensibili ai temi ambientali
Il dato si trova nascosto nelle pieghe del recente rapporto sui distretti industriali, che come ogni anno è stato curato dall’Ufficio Studi di Banca Intesa. E fa parte del capitolo in cui si mettono in evidenza le aziende che hanno guardato alla diversificazione della propria attività. Anche per evitare di pagare eccessivamente le ricadute della guerra commerciale scatenata negli Stati Uniti dall’amministrazione Trump.
Rinnovabili, chi investe in autoproduzione ha un ebidta margin del 10,8%, rispetto a una media delle altre imprese dell’8,4%
E’ il caso di chi ha puntato sulla certificazione di qualità. Queste aziende hanno visto salire margini al 10,2% nel 2023, dal 9,3% nel 2022. Mentre le imprese che non hanno richiesto la certificazione si sono fermate all’8,4%. Lo stesso è accaduto alle imprese con impianti di autoproduzione di energia. Hanno iscritto a bilancio un ebitda margin pari al 10,3%, quasi due punti in più rispetto alle altre. Questi vantaggi hanno interessato anche chi ha in portafoglio marchi, brevetti o certificati ambientali.
Del resto, per quanto riguarda l’autoproduzione di energia, la spiegazione è abbastanza intuitiva. Le aziende non solo si mettono al riparo dalle fluttuazioni dei costi del gas, che determina .il prezzo dell’elettricità ma spesso possono usufruire di finanziamenti e incentivi per chi investe nella decarbonizzazione.
Una piccola legenda, prima di proseguire. L’ebidta margin è uno degli indicatori che più di altri indica lo stato di salute di una azienda. E stiamo sempre parlando di aziende che fanno parte di distretti industriali. Si tratta di aree geografiche in cui è presente un’elevata concentrazione di imprese. Generalmente di piccola e media dimensione, che operano nello stesso settore. Con una rete di collaborazioni che favorisce lo sviluppo economico e la competitività. In pratica le punte avanzate dell’imprenditoria italiana, particolarmente dedite all’export.
La spinta “green” delle giovani generazioni
L’innovazione tecnologica gioca dunque “un ruolo determinante. Dopo il 2020, grazie a provvedimenti come Transizione 4.0, si è verificato un aumento della diffusione di nuove tecnologie. Con vantaggi in termini di produttività, efficienza e miglioramento di sicurezza e flessibilità. Ma c’è anche il ruolo delle nuove generazioni, soprattutto nei ruoli dirigenziali Come si legge nel report, la psinta all’innovazione “è venuta anche dall’ingresso di giovani nel board, più attivi negli investimenti digitali e green“.
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