I fondi della Politica Agricola Comune (PAC) continuano a rappresentare una risorsa cruciale per il sostegno all’agricoltura italiana.
Tuttavia, i dati rilasciati dall’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), rivelano uno scenario di concentrazione degli aiuti che solleva interrogativi sul futuro del settore, soprattutto per quanto riguarda il ricambio generazionale e la sostenibilità delle piccole aziende.
Concentrazione fondi: vantaggi per le grandi aziende
Secondo i dati ufficiali relativi alle domande PAC 2024, l’Italia ha richiesto finanziamenti per un totale di 5,1 miliardi di euro. Di questa somma, il 73,7% è stato destinato alle aziende agricole con una superficie superiore ai 15 ettari, mentre il 21,2% è andato a realtà di dimensioni comprese tra 3 e 15 ettari. Solo il 5,1% dei fondi ha raggiunto le aziende con meno di 3 ettari di terreno coltivabile.
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Distribuzione fondi PAC in Italia: ne beneficia chi ha più di 15 ettari
Questa distribuzione appare sproporzionata se consideriamo che, secondo l’ultimo censimento dell’agricoltura italiana, la dimensione media delle aziende agricole nel Paese è di circa 11 ettari. In pratica, le aziende più grandi assorbono la fetta più ampia dei finanziamenti europei, lasciando risorse limitate alle piccole realtà che spesso operano in condizioni più fragili.
Genere ed Età: Un Settore Ancora Poco Inclusivo
Oltre alla dimensione aziendale, anche la distribuzione dei fondi PAC in base a genere ed età evidenzia squilibri significativi. Il 71,8% dei fondi è destinato a imprenditori agricoli uomini, mentre solo il restante 28,2% va alle donne, segnalando un divario di genere che rallenta l’innovazione e la diversificazione nel settore.
Dal punto di vista anagrafico, il 51,2% delle risorse va a imprenditori over 55 anni, mentre il 42,4% è assegnato a chi ha tra 31 e 55 anni. Solo il 6,4% dei fondi è destinato alla fascia più giovane, quella tra 18 e 30 anni, un dato che evidenzia la difficoltà delle nuove generazioni ad affermarsi nel settore agricolo.
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Il 71,8% dei fondi è destinato a imprenditori agricoli uomini, mentre solo il restante 28,2% va alle donne
Le Implicazioni di medio-lungo termine
Questi numeri sollevano preoccupazioni sulle prospettive di lungo termine dell’agricoltura italiana. Con un ricambio generazionale così limitato e una forte concentrazione delle risorse nelle mani delle aziende più strutturate, il rischio è quello di perdere biodiversità imprenditoriale e di frenare l’ingresso di nuovi modelli produttivi più sostenibili e tecnologicamente avanzati.
fondamentale ripensare la distribuzione dei fondi nella prossima riforma della PAC:
Se vogliamo garantire un futuro all’agricoltura italiana, dobbiamo riequilibrare la distribuzione degli aiuti, sostenendo maggiormente le piccole e medie imprese e incentivando l’ingresso dei giovani imprenditori.
I possibili correttivi
Per riequilibrare il sistema, potrebbero essere introdotte misure correttive come premi aggiuntivi per i giovani agricoltori, incentivi specifici per le aziende sotto i 10 ettari e programmi di formazione e accompagnamento per facilitare il passaggio generazionale.
Inoltre, una maggiore attenzione alle imprese femminili potrebbe arricchire il comparto con nuove visioni e modelli di gestione più resilienti.
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