Ricordiamo che la società a fine luglio 2024 aveva collocato un prestito obbligazionario sustainability-linked da 500 milioni di euro con cedola del 4,5% e scadenza a 5,5 anni dedicato a investitori qualificati e contestualmente aveva riacquistato parte dei bond in circolazione a scadenza febbraio 2025 con cedola 1,625%(si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, quel bond, quotato a Euronext Dublin e che ne seguiva uno analogo emesso a gennaio 2024 per 750 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez), prevede un meccanismo di penalizzazione se la società non rispetterà i Key Performance Indicator (KPI) che misurano i progressi di Mundys nella sua roadmap di decarbonizzazione (si veda qui il comunicato stampa).
Sempre in tema di debito, ricordiamo che a fine marzo 2024 Mundys spa aveva sottoscritto l‘estensione da luglio 2025 a luglio 2027 e l’aumento da 1,5 a 2 miliardi di euro della propria linea revolving, che a sua volta era stata convertita in Sustainability-linked Revolving Credit Facility nell’aprile 2023. Il finanziamento era stato sottoscritto da un gruppo di banche italiane e internazionali: Banco BPM, Banca Popolare di Sondrio, Bank of America, Barclays, Gruppo BNP Paribas, BPER Banca, Crédit Agricole CIB, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo (IMI CIB Division), JP Morgan, Mediobanca, Royal Bank of Canada, SMBC Bank EU AG Milan Branch, Société Générale, UniCredit (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Il gruppo ha chiuso il bilancio consolidato 2024 con 9,3 miliardi di euro di ricavi (+8% dal 2023), un ebitda di 5,6 miliardi (+12%) e un indebitamento finanziario netto di 30,3 miliardi (in calo del 6%) (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli obbligazionisti). L’intero 2023 si era invece chiuso con con 8,6 miliardi di euro di ricavi, un ebitda di 5,1 miliardi e un debito finanziario netto di 32,1 miliardi (si veda qui la presentazione agli obbligazionisti). Il debito consolidato include ovviamente anche quello delle controllate e in particolare pro-quota quello della spagnola Abertis (controllata insieme al gruppo spagnolo ACS di Florentino Perez), che lo scorso novembre ha emesso un nuovo bond ibrido da 750 milioni di euro, i cui proventi sono serviti per riacquistare parte dei vecchi bond ibridi in circolazione a scadenza 2026 (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Intanto a inizio marzo la controllata Grupo Costanera (il cui secondo azionista dal 2012 è fondo pensione Canada Pension Plan Investment Board o CPPIB) ha vinto la gara indetta dal Ministero delle Opere Pubbliche del Cile per gestire la Ruta 5 Temuco – Rio Bueno, un tratto di 182 chilometri che fa parte appunto della Ruta 5, la principale arteriache collega le maggiori città del sud del paese. Si tratta della seconda gara vinta dal Gruppo Mundys in Cile in meno di un anno, dopo l’aggiudicazione dell’asset Santiago-Los Vilos nell’agosto 2024 tramite il veicolo ViasChile, controllato da Abertis. La concessione è stata assegnata con una vita utile massima di 43 anni. Con questa aggiudicazione, la rete autostradale del Gruppo Mundys in Cile supera i 1.100 km, per un ebitda che raggiunge quasi un miliardo di euro (si veda qui il comunicato stampa). Grupo Costanera assumerà la gestione dell’autostrada nell’aprile del 2026 e investirà oltre 700 milioni di euro in sette anni per aumentarne la capacità, elevarne gli standard di sicurezza e di viabilità.
Una mossa arrivata dopo il recente investimento in Francia. Attraverso Abertis ha rilevato il 51,2% della A63, l’autostrada che collega Bordeaux, con oltre un milione di abitanti e sede di importanti strutture scientifiche e ingegneristiche, e le città di Bayonne, Biarritz, Anglet e Saint-Jean-de-Luz al confine con la Spagna (si veda qui il comunicato stampa). Un corridoio fondamentale per turismo e merci verso la Penisola Iberica. Lunga 105 chilometri, l’autostrada a pedaggio nel 2024 ha generato 170 milioni di ricavi e 134 milioni di margine operativo lordo. Abertis ha pagato circa 760 milioni per entrare con l’ampia maggioranza nella holding Atlandes. Prima di fare questo passo Mundys e ACS, le due controllanti di Abertis, hanno concordato un aumento di capitale pari a 400 milioni. In base ai numeri, l’operazione è stata realizzata sulla base di un valore d’impresa, compreso il debito, pari a 2,1 miliardi.
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