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IoT in Italia: un mercato che cresce ancora


Il mercato dell’IoT in Italia ha raggiunto i 9,7 miliardi di euro nel 2024, registrando rispetto al 2023 una crescita del 9%. Numeri a parte, l’Internet of Things si conferma un fattore di traino per il mercato digitale, migliorato anch’esso (+3,4%), e con un valore di 81,4 miliardi di euro.

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A confermare la diffusione dell’IoT sono anche gli oggetti connessi in Italia: se ne contano 155 milioni, ovvero 2,6 per abitante, evidenziando anche in questo caso un incremento (+10%) dall’anno precedente.

Sono alcuni dei dati presentati dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, dai quali emerge un incremento pressoché generale dei vari comparti dove l’IoT è parte integrante: a partire dal segmento smart car (1,66 miliardi di euro), passando dallo smart utility (1,59 miliardi) e dallo smart building (1,37 miliardi), i tre principali comparti che, insieme, rappresentano la metà del valore di mercato IoT in Italia.

IoT in Italia: ampia crescita

La diffusione dell’IoT in Italia la si può notare in vari modi. Innanzitutto c’è il mercato: valeva due miliardi nel 2015, dieci anni dopo il valore è quintuplicato. È aumentato anche il peso dei servizi sul mercato: nel 2024 ha costituito il 43% del totale.

Cresce anche la maturità dei consumatori e delle imprese: sei italiani su dieci hanno un dispositivo IoT in casa; otto grandi aziende manifatturiere su dieci hanno avviato almeno un progetto Industrial IoT in Italia. “Se, quando siamo partiti 14 anni fa, il mercato era prevalentemente abitato dalla connettività cellulare, oggi questo pesa in termini di diffusione di oggetti connessi al 27%, 42 milioni di connessioni cellulari” ha affermato Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio Internet of Things, aggiungendo il dato sulle connessioni possibili tramite altre tecnologie: se ne contano 113 milioni di (+13% rispetto al 2023). Tra queste si fanno notare le reti LPWA, non tanto in termini di volume di oggetti connessi (+5%) quanto alla crescita del 95%.

Smart car: primo settore, con luci e ombre

Per quanto riguarda i comparti, come detto, quello delle smart car si conferma il più importante. Sul totale parco auto circolante in Italia a fine 2024 (40,6 milioni di veicoli) si contano 17,7 milioni di auto connesse. Aumentano le auto del segmento consumer nativamente connesse (5,6 milioni, +10%) mentre si contano 10,5 milioni di scatole nere (la crescita è timida: +2%).

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Evoluzione del mercato Iot in Italia: gli ambiti applicativi

È un mercato complesso, quelle delle smart car, in cui permangono luci e ombre, con una mobilità elettrica che continua a rappresentare una quota abbastanza limitata sulla mobilità totale. Seppure ci siano incertezze, dal lato dei clienti si rileva un sensibile dinamismo: sono sempre più gli utenti interessati ad avere auto connesse, a disporre di servizi abilitati e disposti a condividere i dati. Il 61% dei consumatori si dichiara aperto a condividere dati per ottenere servizi a valore aggiunto, il 45% dei consumatori si dice disposto a pagare un prezzo aggiuntivo per le funzionalità smart a bordo veicolo», aggiunge Tumino. Al contrario, si registra una scarsa disponibilità delle aziende a condividere i dati con altri attori; inoltre, gli stessi dati utilizzano formati e linguaggi differenti.

Smart utility: cresce, grazie alle comunità energetiche

A proposito di smart utility, il secondo comparto del mercato IoT in Italia mette a segno un +15%, grazie ai positivi risultati dei suoi componenti: smart metering, smart asset management e comunità energetiche rinnovabili. Il motivo di questa crescita sostenuta va cercato proprio nelle CER e nella

forte spinta di sviluppo (+89%). La proroga della scadenza al 30 novembre 2025 per fare domanda e diventare una comunità energetica, possibilità aperta – come anticipato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ancora in questi giorni – anche a Comuni fino a 30mila abitanti, rendono il contesto particolarmente favorevole alla crescita.  

Smart building: sale, malgrado la fine degli incentivi

Terzo comparto, lo smart building cresce (+6%), anche se con un ritmo inferiore alla media. Ma è comunque un buon risultato, tenendo conto della fine degli incentivi, in particolare quelli legati al Superbonus 110%, che ha coinvolto i dispositivi smart legati al risparmio energetico. Oggi nel comparto le voci più importanti sono costituite dalle soluzioni di videosorveglianza (45% del totale comparto), e per la gestione dei consumi energetici (35%, rispetto al 50% del 2023).

Angela Tumino al convegno Iot in Italia

In questo caso, le prospettive per il futuro possono essere costituite dalla Direttiva EPBD e dall’obbligo di ridurre il consumo di energia primaria degli edifici residenziali. C’è poi il Piano Transizione 5.0 che potrebbe fornire uno stimolo, anche se finora si è rivelato poco efficace. Terzo fattore da considerare l’avvento dello smart readiness indicator. In questo caso, lo scorso marzo è iniziata la fase di test in italia. Ma entro giugno 2027 la Commissione Europea adotterà misure per applicare il regime agli edifici non residenziali con impianti superiori a 290 kW.

Smart city e gli altri settori dell’IoT in Italia

Per quanto riguarda gli altri ambiti costitutivi del mercato IoT in Italia, la smart city mostra segnali incoraggianti, con il 48% dei Comuni che ha avviato almeno un progetto nell’ultimo biennio considerato (2023-2024). Inoltre, il 51% utilizza indicatori per monitorare gli impatti ambientali dei progetti avviati. Il 28% ha partecipato, o lo sta facendo, a progetti di smart land. C’è, però, il rovescio della medaglia, a partire da una minoranza (12%) dei Comuni che ritiene che i dati raccolti siano adeguatamente valorizzati, mentre c’è un problema di conoscenze e competenze interne per gestire progetti riguardanti le città intelligenti, lamentato dal 46% dei Comuni.

Prosegue la crescita della smart home (900 milioni di euro e +11%), come pure della smart logistics (825 milioni, +7%) e dello smart asset management (360 milioni, +9%), mentre l’unico segmento in calo è quello della smart agriculture (550 milioni, -4%).

Un comparto analizzato a parte è quello dell’industrial IoT. Qui non si sono fatti grandi passi avanti. Solo il 25% delle grandi aziende e il 22% delle medie ha avviato almeno un progetto IIoT nel 2024, mentre solo il 48% delle grandi aziende utilizza i dati raccolti. Le leve del comparto, il Piano Transizione 4.0 e Transizione 5.0 hanno un andamento contradditorio: il primo accelera, il secondo rallenta.

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Industrial IoT: le aziende producono macchinari connessi

Le prospettive per il futuro: AI, digital twin e connettività satellitare

Nello sguardo al futuro dell’IoT in Italia si attendono positivi risvolti dall’integrazione dell’IoT con l’intelligenza artificiale, l’integrazione col digital twin in ambito industriale e col mondo energetico, la connettività satellitare. Nel caso del mondo utility & energy, si è notato un significativo aumento dei progetti innovativi nell’ultimo biennio: si è passati dal 7% nel 2021 al 14% nel 2022 per arrivare al 30% e al 32% rispettivamente nel 2023 e 2024. Qui l’internet of Things è il primo ambito applicativo, seguito dall’AI, dalla software & data analytics.



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