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21 parole per raccontare il saper fare artigiano


E’ intervenuto anche il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio alla presentazione ufficiale dell’Abbecedario del Made in Italy, un evento che si è svolto il 15 aprile, al teatro di Villa Widmann a Mira, organizzato da Confartigianato Imprese Veneto e inserito negli eventi del Ministero del Made in Italy, in occasione della giornata che ha celebrato il saper fare italiano.

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Il testo, edito dalla Fondazione Germozzi declina, su modello di un classico della letteratura del Novecento, i Sillabari di Goffredo Parise, le parole che definiscono il linguaggio dell’artigianato italiano contemporaneo.
Con l’Abbecedario del Made in Italy per la prima volta l‘artigianato italiano si dota di un proprio vocabolario, un testo che muove dalle 21 lettere dell’alfabeto per raccontare la storia, l’identità, il valore e il suo approdo nell’era digitale, della sostenibilità, dell’innovazione. Un vero e proprio manifesto del quale gli stessi artigiani si candidano a diventare ambasciatori in Italia e nel mondo.
Non un semplice libro, ma un bignami in formato pocket pensato e realizzato proprio per diventare un bene di uso e consumo per chiunque operi nel mondo artigiano, che sarà disponibile nelle sedi delle associazioni territoriali.

Classicità, Ecologia, Quintessenza, Humanitas, Fatica, Nobilitazione, Versatilità, Digitale, Zelo, queste sono solo alcune delle parole scelte. La struttura innovativa: il romanzo breve per le vocali, per le consonanti una definizione che muove da un aneddoto della storia. Un abbecedario che permette al lettore di immergersi nella contemporaneità, nella nuova cultura d’impresa, un manuale per raccontare i prodotti e i servizi dell’artigianato 4.0.
I contenuti sono stati affidati a Strategy Innovation, già spin off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’idea è il risultato dell’urgenza di un comparto di raccontarsi in maniera diversa, contemporanea, innovativa, a tratti dissacrante. Confartigianato Imprese e Fondazione Germozzi hanno colto l’essenza dello sforzo culturale che ha ispirato il progetto la cui concezione e ideazione nasce dal Veneto, sulla spinta di Confartigianato Imprese Veneto.
Struttura innovativa e testi sono del linguista e critico letterario Beniamino Mirisola che così dal palco di Villa Widmann ha raccontato la scelta stilistica che ha guidato il testo: “Le parole che iniziano per vocale si articolano in brevi racconti di finzione, mentre quelle che iniziano per consonante si sviluppano in definizioni che, partendo da aneddoti inaspettati, delineano le peculiarità dell’intelligenza artigiana italiana”.

Nel corso dell’evento, l’interpretazione di alcune parole è stata affidata all’attore Mirko Artuso. A seguire gli interventi di Carlo Bagnoli Professore di Innovazione strategica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Damiano De Marchi, Project Manager di Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (VSF), Isabella Collalto de Croÿ, Presidente Associazione per le Ville Venete e Sebastiano Cattaruzzo, Ricercatore presso l’Università Cà Foscari di Venezia.

I relatori hanno stimolato il dibattito su strategie e approcci manageriali per il futuro del Made in Italy, con l’intento di proporre modelli di filiere che lavorino trasversalmente sui driver dell’innovazione, della sostenibilità, dell’internazionalizzazione e della cultura d’impresa.

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Sul palco anche i Presidenti delle Associazioni provinciali di Confartigianato Imprese, tra cui il padovano Gianluca Dall’Aglio che ha evidenziato il ruolo del digitale come leva che potenzia la manualità, tema su cui Confartigianato Imprese Padova è impegnata con il progetto Digital Artifex, per raccontare ai giovani un artigianato in continua evoluzione: “Padova è terra di eccellenze: l’approccio al sapere, alla ricerca, all’innovazione è lo stesso nelle aule universitarie come nelle botteghe e nelle imprese- ha detto. È questo legame tra cultura e azienda che arricchisce il nostro Made in Italy. Oggi, questo dialogo trova nuova forza nel digitale. Una trasformazione che non sostituisce la manualità, ma la potenzia, la mette in connessione con il mondo. Quando il saper fare incontra la tecnologia, nascono prodotti unici, imprese più competitive e processi più sostenibili. Per noi il Made in Italy è forte quando non è solo un’etichetta, ma un impegno mantenuto: di qualità, etica del lavoro, bellezza che nasce dalla competenza”.



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