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E-mobility in Italia: tra primati europei e sfide future


L’e-mobility in Italia sta attraversando una fase di forte accelerazione, tanto da posizionare il Paese tra i più avanzati in Europa sul fronte dell’infrastruttura di ricarica. Alla fine del 2024, secondo i dati presentati al convegno “Rete di ricarica nel 2025: a che punto siamo” tenutosi alla fiera KEY di Rimini, si contano 64.391 punti di ricarica pubblici, con la Lombardia in testa alla classifica regionale e il Nord Italia che ospita il 57% delle infrastrutture totali. Un numero in grado di garantire un buon livello di compliance – tra il 75 e l’80% – con gli obiettivi dell’AFIR,il  regolamento europeo che stabilisce le regole per sviluppare le infrastrutture di combustibili alternativi. A ciò si aggiunge un parco circolante di quasi 283.000 auto elettriche, dati che testimoniano il dinamismo italiano nel settore.

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Focus sulle infrastrutture e le nuove tecnologie

Durante i lavori del convegno, organizzato da Anie Confindustria e Motus-E, è emersa l’importanza della collaborazione tra attori pubblici e privati. I rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, del GSE e di RSE hanno condiviso lo stato dell’arte sugli investimenti in corso, anche alla luce dei fondi del PNRR. Le aziende del Gruppo E-Mobility di Anie hanno discusso dell’impatto della Direttiva AFIR e delle nuove soluzioni tecnologiche, tra cui il sistema Megawatt Charging per veicoli di grandi dimensioni, il Plug&Charge e il VehicleToGrid, capaci di rivoluzionare il rapporto tra veicolo e rete.

Una particolare attenzione è stata rivolta anche all’integrazione delle infrastrutture nei contesti esistenti, dalle pensiline fotovoltaiche ai sistemi di accumulo, per aumentare efficienza e sostenibilità.

La ricarica privata: potenziale nascosto da liberare

Accanto alla rete pubblica, la ricarica privata si conferma una leva cruciale per la diffusione dell’e-mobility in Italia. Nel convegno “La ricarica privata delle auto elettriche: un’opportunità per aziende, condomini e attività commerciali”, sempre organizzato da Anie Confindustria e Motus-E, si è discusso delle barriere normative e tecnologiche che rallentano l’adozione di sistemi di ricarica domestica e aziendale. Gli esperti di Anaci, Confcommercio e Interparking hanno evidenziato come soluzioni come il POD condominiale e il controllore CIR possano facilitare l’installazione in ambito residenziale.

Anche in questo contesto le imprese – da Scame a Wallbox, da Silla a Elli del Gruppo Volkswagen – hanno sottolineato l’urgenza di incentivi mirati e di una regolamentazione più flessibile per sostenere una crescita equilibrata. La consultazione pubblica sulla Direttiva AFIR, ma anche il confronto con la normativa EPBD sugli edifici, indicano la direzione di un’infrastruttura sempre più capillare e integrata.

E-mobility in Italia: un impegno condiviso verso la transizione

«Solo un dialogo aperto e costruttivo, basato su evidenze scientifiche, può portare a progressi concreti verso la decarbonizzazione», ha dichiarato Omar Imberti, coordinatore del Gruppo E-Mobility. Un messaggio chiaro che sintetizza lo spirito dei due convegni: creare sinergie tra pubblico e privato per accelerare la transizione ecologica.

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L’e-mobility in Italia si gioca oggi tra innovazione tecnologica, politiche di incentivo e volontà di sistema. Con oltre 1.100 aziende associate, Anie Confindustria rappresenta un motore fondamentale di questa trasformazione, pronta a guidare il Paese verso una mobilità più sostenibile, intelligente e inclusiva.



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