Cala la credibilità di Merz
Friedrich Merz non è ancora in carica, l‘elezione è prevista per il 6 maggio, e manca ancora la conferma all’accordo di coalizione da parte delle basi di Unione e SPD, ma l’ultimo sondaggio Forsa (per “Stern” e RTL) potrebbe indicare una strada tutta in salita per Merz.
Da un lato il sondaggio rileva un nuovo record di consenso per l’AfD, ora al 26% e quindi prima forza politica del Paese, con Unione al 25% e SPD al 15% che insieme non raggiungerebbero la maggioranza. Dall’altro, il rilevamento Forsa mostra un calo di credibilità del futuro cancelliere: a due settimane dall’elezione, solo un tedesco su cinque (21%) ritiene che sia affidabile, nove punti percentuali in meno rispetto ad agosto e tre punti percentuali in meno rispetto a gennaio.
La priorità di Merz: rilanciare l’economia
Tra gli obiettivi prioritari di Friedrich Merz, CDU, il rafforzamento dei controlli alle frontiere, la riduzione della burocrazia, la riforma delle pensioni, ma soprattutto l’approvazione del bilancio per il 2025 e il rilancio dell’economia. Per le imprese, secondo l’accordo di coalizione tra Unione (CDU/CSU) e SPD sono previste detrazioni fiscali sugli investimenti, cosiddetti “Investitions-Boosters”, e la riduzione dei prezzi dell’energia. Misure sulle quali diversi esperti mostrerebbero scetticismo. È lo stesso Merz a parlare di ripresa economica lenta. Entro il 2027, sostiene il leader conservatore, la crescita economica della Germania potrebbe aumentare dallo 0,4% al 2%. Un risultato raggiungibile solo se il governo rosso-nero sosterrà le principali riforme previste.
Quale scenario economico per la Germania?
Giovedì si attendono le previsioni ufficiali di Robert Habeck, ministro dell’Economia uscente. Ma secondo alcune fonti interne al ministero, riportate dalla stampa tedesca, i dati mostrerebbero per la Germania una crescita pari allo zero per il 2025, confermando un periodo di stagnazione. E una crescita per il 2026 pari solo all’1%. Prevista anche una contrazione delle esportazioni, che vedono una leggera ripresa solo nel 2026. L’inflazione viene fissata al 2% per l’anno in corso, e all’1,9% per l’anno prossimo. La crescita zero per la Germania è stata confermata anche dal Fondo Monetario internazionale.
L’incognita di Trump
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, quest’anno l’economia globale a causa la politica economica messa in atto da Trump crescerà solo del 2,8%. Merz è consapevole che la stessa imprevedibilità di Trump rende ogni suo piano difficile, ecco perché punta soprattutto al ripristino della competitività tedesca. Cosa non facile, perché, secondo alcune stime, in Germania, e in generale in Europa, arriverà un’ondata di merci cinesi inizialmente destinate al mercato americano.
Per il presidente della Confindustria tedesca Peter Leibinger gli Stati Uniti e il mercato americano potrebbero comunque rappresentare la via preferenziale per le imprese tedesche, rispetto alla Cina, anche in virtù del know-how delle imprese tedesche.
“Per la Germania si tratta di una sfida difficile perché è il Paese che maggiormente esporta negli Stati Uniti, e di conseguenza risulta il più colpito dal protezionismo americano: 100 miliardi di dollari di attivo commerciale non sono uno scherzo” sostiene il giornalista economico de “La Stampa” Stefano Lepri a COSMO ITALIANO, che ricorda l’export in USA, soprattutto di auto e medicinali made in Germany. Per i Paesi europei, aggiunge Lepri, il vantaggio di una risposta comune europea, potrebbe essere la spinta a lavorare insieme. Ma resterà tuttavia un vuoto, non colmabile nemmeno dalla Cina, nel momento in cui l’economia americana prometteva un boom che avrebbe potuto trascinare con sé, l’economia globale, conclude Lepri.
Chi guiderà il ministero dell’Economia Tedesco?
Non è ancora chiaro chi sostituirà Robert Habeck (Verdi) al ministero dell’Economia, dopo che Carsten Linnemann, segretario generale CDU e braccio destro di Merz ha escluso questa possibilità. Tra i papabili si fa il nome di Jens Spahn, ex ministro della Salute durante la pandemia, e attualmente vice-capogruppo parlamentare CDU responsabile per i temi economici.
Nelle ultime ore c’è tuttavia anche un altro nome che gli potrebbe fare concorrenza, Katherina Reiche, CDU, una lunga carriera nel mondo dell’economia, soprattutto nel settore energetico e la favorita di Merz secondo quanto riporta la testata Bild.
Mentre il ministero delle Finanze dovrebbe andare all’Spd, e si fa sempre più certo il nome di Lars Klingbeil, che dovrebbe ricoprire anche il ruolo di vice-cancelliere. Un altro ministero attribuito alla CDU è invece quello degli Esteri, che potrebbe andare all’ex-candidato cancelliere Armin Laschet.
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